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MONETA COMMEMORATIVA “100°
ANNIVERSARIO DELLA MORTE DI GIUSEPPE VERDI
” Coniata
dalla Zecca di Roma nell’anno 2001.
La serie è composta dalle seguenti monete: L. 1, L. 2, L. 5, L. 10, L. 50, L. 100, L. 200, L. 500 bimetallica, L. 500 argento "caravelle", L. 1.000 bimetallica, L. 1.000 argento dedicata a Giuseppe Verdi.
“100° ANNIVERSARIO DELLA MORTE DI GIUSEPPE
VERDI” Verdi Giuseppe Fortunino Francesco, nasce a Roncole
(Parma) nel 1813. Intraprese i primi studi, verso gli otto anni, riuscendo,
intorno ai dodici anni, a svolgere mansioni organistiche, disimpegnate anche
quando fu mandato a Busseto per completare la sua educazione musicale. In questo
periodo fu provvidenziale l’amicizia di Antonio Barezzi, commerciante,
nella cui casa si riuniva, per le prove, la banda musicale diretta da
Ferdinando Provesi, primo maestro di Verdi.
Nel 1836, ottenne presso il Comune di Busseto un incarico musicale
facendosi apprezzare quale
direttore di banda, compositore e pianista. Nello stesso anno sposò Margherita,
figlia del Barezzi che perse poi nel 1840 dopo aver perduto anche i suoi due
figli. Al 1837 risale la prima opera di Verdi “Oberto Conte di San Bonifacio”. Ritornato a Busseto nel 1842 compose il “Nabucco” che
rappresentò a Milano. Con “I Lombardi alla prima crociata” (1843) la musica
di Verdi entrò nel clima e nella coscienza risorgimentale come componente di
rilievo della storia di quegli anni. L’accostamento della sua musica agli
ideali patriottici continuò con l”Ernani”. Dopo un periodo di ricerca,
Verdi compose “I due Foscari”, “Giovanna d’Arco”, “Alzira”,
“Macbeth”. Una punta
massima di fervore musicale e patriottico è nella “Battaglia di Legnano”
(1849), eseguita a Roma in pieno clima repubblicano. La portata europea del
genio di Verdi fu suggellata dai
famosi capolavori: “Rigoletto”, “Trovatore”, “Traviata”, “Don
Carlos”, “Lohengrin”, “Aida”. Seguirono i “Vespri siciliani”,
“Simon Boccanegra”, “Un ballo in maschera”, “La forza del
destino”. Vengono, poi, “Otello”, “Falstaff” e la “Messa da
requiem”. Comprò
un vasto terreno alla periferia di Milano per erigervi una casa di riposo per i
musicisti poveri ed anziani. Ai primi del ’97 ebbe un lungo svenimento che
fece pensare al peggio. Morì invece Giuseppina Strepponi, suo grande amore. Fu
un colpo terribile per il vegliardo artista. Si trasferì a Milano nel solito
albergo di Via Manzoni. E quì, nel
gennaio del 1901, colto da paralisi spirò sei giorni dopo senza aver ripreso
conoscenza. La sua salma fu traslata, insieme a quella di Giuseppina, dal
cimitero monumentale alla cripta della casa di riposo. |