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MONETA COMMEMORATIVA

BIMILLENARIO DELLA MORTE DI PUBLIO VIRGILIO MARONE

 

Coniata dalla Zecca di Roma nell’anno 1981.

LEGISLAZIONE:   

LEGGE     21 novembre 1957, n. 1141

D.P.R.       07 novembre 1981

D.M.         20 aprile 1982

 

DESCRIZIONE  

DIRITTO:

Profilo laureato a sinistra, di Publio Virginio Marone e leggenda circolare “-REPVBBLICA . ITALIANA – P. VERGILIVS. M – MM. POST. ANNOS-“. Sotto il busto, il nome dell’autore “CRETARA”.  

 

ROVESCIO:

Al centro, un albero, simbolo della fertilità. Ai lati di fronte, la figura di un bue che rappresenta il lavoro e di un cavallo , simbolo della poesia epica. Sulla sinistra del campo, “19 A.C.”, anno di morte del poeta latino e sulla destra, il millesimo “1981”. All’esergo, il valore della moneta “L 500” ed il segno  della Zecca di Roma “R”.

 

BORDO:

In rilievo, “REPUBBLICA ITALIANA”.

CARATTERISTICHE TECNICHE

 

Metallo

Titolo

Diametro

Argento

835/ml. +/- 3/ml.

29 mm.

Peso

Valore

Zecca

11 gr. +/- 0,055

£ 500

R

 

TIRATURA:

Nr. 340.988 in FDC

AUTORE:

Laura CRETARA

 

 

 

   

               

 

“BIMILLENARIO DELLA MORTE DI PUBLIO VIRGILIO MARONE”

Poeta latino, mato ad Andes, oggi Pietore, presso Mantova nel 70 a.C. e morto a Brindisi, nel 19 d.C.

Di umili origini, presa la toga virile nel 55 a.C.

Si recò a Milano per studiare retorica e quindi a Roma, dove sentì vivo il richiamo per la poesia e la filosofia.

A Napoli, alla scuola di Sirone, si applicò allo studio della filosofia di Epicuro.

A 25 anni tornò nella sua terra natale, dove vide la espropriazione dell’agro mantovano e la suddivisione delle terre  ai veterani di Filippi: tra i poderi espropriati fu anche quello del poeta.

Questa vicenda personale, l’identificazione dell’ideale epicureo di vita nella pace dei campi, sono alla radice delle “Bucoliche”.

Come risarcimento dell’espropriazione subita, Mecenate assicurò a Virgilio un podere in Campania.

E a Mecenate Virgilio dedica il poema in quattro libri, in esametri: le “Georgiche”.

L’Eneide di Virgilio resta il più celebre poema epico dell’antichità, dopo l’Iliade e l’Odissea.

La fortuna di Virgilio toccò la sua punta massima nel Medio Evo, quando egli fu considerato mago, maestro d’ogni sapienza, profeta del Cristianesimo.