MONETA COMMEMORATIVA 

“V° CENTENARIO DELLA NASCITA DI TIZIANO  

Coniata dalla Zecca di Roma nell’anno 1991. * 

LEGISLAZIONE:   

LEGGE     21 novembre 1957, n. 1141

D.P.R.       17 gennaio 1991

D.M.          22 ottobre 1991

 

DESCRIZIONE

 

DIRITTO:         

 

Immagine di Tiziano da un autoritratto. A sinistra, scritta concentrica “REPVBBLICA ITALIANA”. In basso, su di un nastro che si svolge, è evidente il nome del pittore “TITIANVS AEQVES” e le date di nascita e di morte “N. 1490 M. 1576”. Più sotto, il nome dell’autore “E.L. FRAPICCINI”.

 

ROVESCIO:

Raffigurazione della casa natale di Tiziano in Pieve di Cadore. In giro, “V° CENTENARIO DELLA NASCITA”. In basso, il valore nominale “L. 500”. A destra, il millesimo “1990” ed il segno di Zecca “R”.

 

BORDO:

Scritta in rilievo, “TIZIANO 1490 – 1990

CARATTERISTICHE TECNICHE 

Valore Peso Diametro

£ 500

11 gr. +/- 0,055

29 mm.

Metallo

Titolo Zecca

Argento

835/ml. +/- 3/ml.

R

 

TIRATURA:

Nr. 53.200 in FDC e Nr. 9.400 a FS

AUTORE:

Ettore Lorenzo FRAPICCINI

 

 *  Inclusa nelle serie divisionali 1990, confezionate dalla  Zecca

 N.d.A. –  Il decreto riguardante la commemorazione monetata di Tiziano è, con tutta probalità, l’ultimo a recare la firma del Capo dello Stato. Questo perché una recente disposizione (Legge 12 gennaio 1991, n. 13) esonera da questa incombenza il Presidente della Repubblica, demandando al Ministro l’emanazione del provvedimento.

             

“V° CENTENARIO DELLA NASCITA DI TIZIANO” 

Tiziano Vecellio, pittore, nasce a Pieve di Cadore nel 1490 e muore a Venezia nel 1576.

Nel perido giovanile, perfezionando gli ideali giorgioneschi e soprattutto il suo vivido senso del colore, Tiziano stabilisce un canone della bellezza della figura umana.

Nel periodo della maturità, approfondendo le conquiste giovanili, egli tende a rendere la figura nella sua essenzialità, con una gamma cromatica vibrante, piena di accensioni improvvise.

Nell’ultimo periodo della sua attività, Tiziano si crea un intimo linguaggio tragico che dà nuovo vigore alla sua pittura.

Questo linguaggio sfuggito alla totalità degli imitatori contemporanei, fu ascoltato dal Tintoretto, Rembrandt, El Greco e pochi altri.

“Storie di S. Antonio”, “Concerto campestre”, “Amor sacro e profano”, “Pala dell’Assunta”, “Pala Pesaro”, “Presentazione di Maria al tempio”, “Paolo III° Farnese con i nipoti Ottavio e Alessandro”, “Carlo V° alla battaglia di Muehlberg”, “San Girolamo in meditazione”, “Martirio di San Lorenzo”, ”Autoritratto”, “Pietà incompiuta”, rappresentano le sue opere più famose.