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MONETA COMMEMORATIVA “IV° CENTENARIO DELLA MORTE
DEL TINTORETTO (1594-1994)
” Coniata
dalla Zecca di Roma nell’anno 1994. *
* Inclusa nelle serie divisionali 1994, confezionate dalla Zecca
“IV°
CENTENARIO DELLA MORTE DEL TINTORETTO (1594 – 1994)” Jacopo Robusti, detto il Tintoretto (Venezia 1518 –
1594), figlio di un tintore (da qui il soprannome), frequentò solo per qualche
giorno la scuola di Tiziano e si formò, quindi, senza maestro, studiando con
grande interesse le opere di Michelangelo. Opere
sue tra le più importanti sono, a partire dal 1544, le grandi tele per la
scuola di San Marco, per la scuola della Trinità, ma soprattutto per quella di
San Rocco, alla cui decorazione si dedicò per ventitre anni, dipingendo scene
del Vecchio e Nuovo Testamento, tra cui "La crocifissione". Numerosi
i suoi ritratti eseguiti per privati, principi e sovrani. Da citare le grandi
composizioni del Palazzo Ducale, le allegorie dell’anticollegio del 1578, le
sale del collegio e dello scrutinio, i soffitti delle sale del Senato ed infine
l’immensa tela, la più grande che non sia mai stata dipinta del Paradiso per
la sala del gran Consiglio. Altre
sue opere da ricordare sono: “La Susanna al bagno”, (1561), “La Danae”
(1555-1560), “La sepoltura di Cristo”, “L’ultima cena” e “La
manna”. La
mole di produzione del Tintoretto è veramente eccezionale, tanto più se si
tien conto della vastità delle dimensioni delle sue opere: si spiega con la sua
dedizione assoluta all’arte, oltre che con la sua capacità di dipingere
rapidissimamente. I
suoi disegni testimoniano l’ammirazione per l’arte michelangiolesca e
l’arte tizianesca, per i colori e l’imitazione della natura. Ma nella rapida
evoluzione successiva il suo temperamento appassionato, unito ad una eccezionale
libertà fantastica, giunse a dare alla immagine una rapidità quasi irreale, in
cui è difficile ritrovare la discendenza da ognuno dei grandi maestri che
l’artista stesso e i suoi critici consideravano suoi ispiratori. |