MONETA COMMEMORATIVA 

“IV° CENTENARIO DELLA MORTE DEL TINTORETTO (1594-1994)  

Coniata dalla Zecca di Roma nell’anno 1994. * 

LEGISLAZIONE:   

LEGGE     03 dicembre 1993, n. 500

D.M.          08 giugno 1994

 

DESCRIZIONE 

 

DIRITTO:

 

Il ritratto del Tintoretto circondato dalla scritta  “JACOBVS TINCTORETTVS VENETVS PICTOR CELEBERR. 1594-1994”, ricavato da una incisione d’epoca. Da sinistra a destra, “REPUBBLICA ITALIANA” e sotto, il nome dell’autore “M.A. CASSOL”.

 

ROVESCIO:

Una composizione tratta dal dipinto San Giorgio e il drago, opera dell’artista, conservata alla National Gallery di Londra. Intorno, il nome del commemorato “TINTORETTO” e gli anni “1594-1994”. Sul lato sinistro, il valore “L 1000” e a destra, il segno di Zecca “R”.

 

BORDO:

Fregi, stelle e “R.I.”, ripetuti tre volte.

CARATTERISTICHE TECNICHE 

Valore Peso Diametro

£ 1.000

14,6 gr. +/- 0,073  

31,4 mm.

Metallo

Titolo Zecca

Argento

835/ml. +/- 3/ml.

R

 

TIRATURA:

Nr. 44.500 in FDC e Nr. 8.500 a FS

AUTORE:

Maria Angela CASSOL

 

 *  Inclusa nelle serie divisionali 1994, confezionate dalla Zecca

             

“IV° CENTENARIO DELLA MORTE DEL TINTORETTO (1594 – 1994)” 

Jacopo Robusti, detto il Tintoretto (Venezia 1518 – 1594), figlio di un tintore (da qui il soprannome), frequentò solo per qualche giorno la scuola di Tiziano e si formò, quindi, senza maestro, studiando con grande interesse le opere di Michelangelo.

Opere sue tra le più importanti sono, a partire dal 1544, le grandi tele per la scuola di San Marco, per la scuola della Trinità, ma soprattutto per quella di San Rocco, alla cui decorazione si dedicò per ventitre anni, dipingendo scene del Vecchio e Nuovo Testamento, tra cui "La crocifissione".

Numerosi i suoi ritratti eseguiti per privati, principi e sovrani. Da citare le grandi composizioni del Palazzo Ducale, le allegorie dell’anticollegio del 1578, le sale del collegio e dello scrutinio, i soffitti delle sale del Senato ed infine l’immensa tela, la più grande che non sia mai stata dipinta del Paradiso per la sala del gran Consiglio.

Altre sue opere da ricordare sono: “La Susanna al bagno”, (1561), “La Danae” (1555-1560), “La sepoltura di Cristo”, “L’ultima cena” e “La manna”.

La mole di produzione del Tintoretto è veramente eccezionale, tanto più se si tien conto della vastità delle dimensioni delle sue opere: si spiega con la sua dedizione assoluta all’arte, oltre che con la sua capacità di dipingere rapidissimamente.

I suoi disegni testimoniano l’ammirazione per l’arte michelangiolesca e l’arte tizianesca, per i colori e l’imitazione della natura. Ma nella rapida evoluzione successiva il suo temperamento appassionato, unito ad una eccezionale libertà fantastica, giunse a dare alla immagine una rapidità quasi irreale, in cui è difficile ritrovare la discendenza da ognuno dei grandi maestri che l’artista stesso e i suoi critici consideravano suoi ispiratori.