MONETA COMMEMORATIVA

“1600° ANNIVERSARIO DELLA MORTE DI S. AMBROGIO  

Coniata dalla Zecca di Roma nell’anno 1997. 

LEGISLAZIONE:   

LEGGE     03 dicembre 1993, n. 500

D.M.          21 aprile 1997

 

DESCRIZIONE

 

DIRITTO:

 

Veduta della Basilica ambrosiana: tratti di mura, le quattro colonne del ciborio in porfido rosso, qualche colonna delle navate, frammenti della porta lignea, decorazioni marmoree e mosaici, pannelli intarsiati di marmi e paste vitree. In giro, a destra, su due righe, “REPUBBLICA ITALIANA". A sinistra, in basso, il nome dell’autore “PERNAZZA”.

 

ROVESCIO:

Un particolare dell’altare d’oro: la formella – Ambrogio consacrato Vescovo, affiancato da altri due Vescovi -. Ai lati della formella, le due date “397” a sinistra e “1997” a destra. Leggenda circolare, “. ANNIVERSARIO DELLA MORTE DI S. AMBROGIO”. In fondo, il valore nominale della moneta “LIRE 50 MILA” ed a destra, il segno di Zecca “R”.

 

BORDO:

Godronatura.

CARATTERISTICHE TECNICHE 

Valore Peso Diametro

£ 50.000

7,5 gr. +/- 0,375

20 mm.

Metallo

Titolo Zecca

Oro

900/ml. +/- 3/ml.

R

TIRATURA:

Nr. 5.750 a FS

AUTORE:

Uliana PERNAZZA

                                    

 

“1600° ANNIVERSARIO DELLA MORTE DI S. AMBROGIO”

Ambrogio, santo, dottore della Chiesa, nacque a Treviri (presso il confine Lussemburghese, città della Renania-Palatinato) nel 334 o 340. Alla morte del padre, la famiglia si trasferì a Roma dove seguì il corsus honorum. Gracile, ma volitivo e pratico, divenne una delle figure più eminenti del suo tempo. Fu prima avvocato di prefetture, poi governatore della Liguria-Emilia con sede a Milano. Nel 374, alla morte di Assenzio (Vescovo ariano di Milano) fu eletto Vescovo per acclamazione popolare. Ricevette quindi il battesimo, gli ordini e la consacrazione episcopale. Offerti i suoi beni alla Chiesa, iniziò una vita di apostolato che lo impose all’ammirazione di tutti. Fondendo la speculazione filosofica greca con la chiarezza e l’equilibrio romano.

Fu legislatore, arbitro, consigliere di Vescovi, di imperatori e strenuo difensore  del papato e dell’ortodossia.

Con esemplare fermezza, nella Pasqua del 387 Ambrogio proibì all’imperatore Teodosio di entrare in chiesa a causa delle stragi da questi ordinate a Tessalonica. Teodosio fu riammesso soltanto dopo pubblica e congrua penitenza. Scrise piccoli trattati di carattere teorico: “De Fide”, “De Spiritu Sancto”, “De Incarnatione”. Ma i suoi interessi tendevano soprattutto alla pratica e alla morale. Notevoli in questo campo gli scritti sui doveri dei sacerdoti: “De Officiis Ministrorum”, “De Paenitentia”. Da ricordare anche i suoi inni liturgici ed un epistolario che abbraccia tutto il periodo della sua attività pastorale. Ambrogio fu scelto dai Milanesi a patrono religioso della loro terra e l’appellativo ambrosiano divenne sinonimo di milanese. Morì a Milano nel 1397.

La Basilica, fondata nel 379 sul sepolcro dei santi Gervaso e Protasio, è dedicata al Patrono della città, di cui conserva le spoglie.

L’aspetto attuale, romanico, è frutto di trasformazioni effettuate dal IX° al XII° secolo e di moderni interventi di restauro.