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MONETA COMMEMORATIVA

“50° ANNIVERSARIO DELLA MORTE DI PIETRO MASCAGNI  

Coniata dalla Zecca di Roma nell’anno 1995. * 

LEGISLAZIONE:   

LEGGE     03 dicembre 1993, n. 500

D.M.          14 luglio 1995 

 

DESCRIZIONE 

 

DIRITTO:

 

Ritratto di Pietro Mascagni. In giro, da sinistra verso destra, “REPUBBLICA ITALIANA” e sotto, il nome dell’autore “COLANERI”.

 

ROVESCIO:

Composizione figurativa comprendente la visione prospettica del Teatro Costanzi e la scenografia della Cavalleria Rusticana. In alto, la data del cinquantenario “1945-1995”, il segno di Zecca “R” ed il valore “L 1.000”. In basso,  la riproduzione della firma di Pietro Mascagni.

 

BORDO:

In rilievo, godronatura discontinua.  

CARATTERISTICHE TECNICHE 

Valore Peso Diametro

£ 1.000

14,6 gr. +/- 0,073

31,4 mm.

Metallo

Titolo Zecca

Argento

835/ml. +/- 3/ml.

R

  

TIRATURA:

Nr. 44.558 in FDC e Nr. 7.960 a FS

AUTORE:

Maria Carmela COLANERI

 

 Inclusa nelle serie divisionali 1995, confezionate dalla Zecca per i numismatici.  

             

“50° ANNIVERSARIO DELLA MORTE DI PIETRO MASCAGNI” 

Pietro Mascagni nasce a Livorno nel 1863 e muore a Roma nel 1945. Destinato dal padre agli studi classici, si dedicò invece a quelli musicali (pianoforte, arpa e composizione), cimentandosi ancor giovanissimo, tra il 1879 – 1880, nel genere sinfonico e sacro (una sinfonia, un kyrie, un’ave Maria, ecc.).

Allo stesso periodo risale la cantata “In filanda” (rielaborata poi in una versione operistica col titolo di “Pinotta”) che gli valse,  insieme con altra musica, per ottenere il consenso paterno al proseguimento degli studi presso il Conservatorio di Milano, resigli peraltro possibili dal mecenatismo del Conte Florestano De Larderel.

Temperamento istintivo e riluttante a qualsiasi disciplina interiore, Mascagni abbandonò il Conservatorio, girovagando con impresari di spettacoli operistici con l'incarico di direttore d’orchestra e, svolgendo poi una molteplice attività a Cerignola (Foggia), dove si era stabilito.

Un concorso bandito nel 1889 dalla casa editrice Sonzogno lo infervorò nella composizione della celebre “Cavalleria rusticana”, suo capolavoro, approntata in due mesi e rappresentata con enorme successo a Roma 1l 17 Maggio 1890.

Le funzioni di caposcuola del verismo musicale italiano e la popolarità che ben presto circondò la sua figura, non riuscirono ad ottenere dal giovane musicista l’impegno di un approfondimento culturale e stilistico.

Mascagni, infatti, finì col sopravvivere al suo capolavoro, pur arricchendo la sua parabola artistica di opere disuguali ma tutte incentrate sull’emozione della melodia e polemicamente lontane dal grande rinnovamento che l’Europa andava svolgendo in campo musicale.

Nella consapevolezza del suo limite d' immediatezza espressiva, si svolsero le altre opere, tra le quali “L’amico Fritz” (1891), “I Rantzau” (1892), “Guglielmo Ratclif” (1895), “Iris” (1898), “Le maschere” (1901), “Isabeau” (1911), “Il piccolo Marat” (1921) e “Nerone” (1935).