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MONETA COMMEMORATIVA

“V° CENTENARIO DELLA MORTE DI LORENZO IL MAGNIFICO

Coniata dalla Zecca di Roma nell’anno 1991. *

LEGISLAZIONE:   

LEGGE     21 novembre 1957, n. 1141

D.M.      27 dicembre 1991

 

DESCRIZIONE

 

DIRITTO:

 

Ritratto di Lorenzo de’ Medici da un dipinto del Vasari. Leggenda circolare “REPUBBLICA ITALIANA” ed un puntino. In basso, lungo il bordo, il nome dell’autore “E.L. FRAPICCINI”.

 

ROVESCIO:

Giglio di Firenze, ripreso da un fiorino, la torre del palazzo della Signoria e allegoria delle arti, a significare le attività finanziarie, politiche e culturali promosse da Lorenzo de’ Medici. In giro, il verso “PERCHE’ LO ESEMPIO AL POPOLO MOLTO VALE” e “LORENZO DE’ MEDICI”. In alto, su due righe, i millesimi “1492–1992” ed il valore della moneta “L. 500”. Nel campo, a sinistra, il segno di Zecca “R”.

 

BORDO:

In rilievo, “R.I.” e fregi.

CARATTERISTICHE TECNICHE

Valore Peso Diametro

£ 500

15 gr. +/- 0,075

32 mm.

Metallo

Titolo Zecca

Argento

835/ml. +/- 3/ml

R

 

TIRATURA:

Nr. 50.000 in FDC  Nr. 11.000 a FS

AUTORE:

Ettore Lorenzo Frapiccini

 * Emessa nell’anno 1992.

               

“V° CENTENARIO DELLA MORTE DI LORENZO IL MAGNIFICO”

Lorenzo de’ Medici detto il Magnifico è una delle più poliedriche personalità del nostro Rinascimento: fu infatti banchiere, uomo di stato, mecenate, poeta, collezionista, amante di tutte le arti.

Nacque a Firenze nel 1449, figlio di Piero dei Medici e Lucrezia Tornabuoni. Ebbe un’educazione ampia ed accurata: suo precettore dal 1454 fu Gentile Becchi, che lo educò attraverso la lettura degli umanisti. Seguì corsi di retorica e poetica tenuti da Cristoforo Landino nello studio fiorentino, dove conobbe pure l’Argiropulo, che v'insegnava greco e filosofia.

Grande influenza su Lorenzo ebbe Marsilio Fucino, fondatore dell’Accademia platonica e Leon Battista Alberti, sotto la cui esperta guida visitò le antiche rovine di Roma.

Nella musica fu educato da Antonio Squarcialupi, organista della Cattedrale di Santa Maria del Fiore.

Nel Giugno del 1469 sposò Clarice Orsini, a lui destinata dalla famiglia per calcolo politico da cui ebbe sette figli: Lucrezia, Piero, Maddalena, Giovanni, Luisa, Contessina e Giuliano.

Alla morte del padre nel 1469, poco più che ventenne, dovette assumersi la cura della città e dello Stato.

Rinforzò Firenze, potenziò Pisa, chiave dell’accesso al mare e risollevò la banca della sua famiglia, primo passo verso il Principato.

Lorenzo protesse il Poliziano, il Pulci, Pico della Mirandola ed altri letterati ed artisti.

Poetò egli stesso, trasformando l’egemonia della famiglia in una Signoria di fatto, che con lui conobbe il massimo splendore. Fondò l’Università di Pisa ed accrebbe d'opere la laurenziana.

Scrisse: “Le Rime”, “I Capitoli Religiosi”, “L’Uccellagione”, “Il Simposio”, “Le Selve d’Amore”, “Il Trionfo di Bacco”, “La Rappresentazione di San Giovanni e San Paolo” ed altro.

Lorenzo il Magnifico morì a Careggi il giorno 8 Aprile 1492.

La sua vita ha coinciso con uno dei periodi di più elevato sviluppo artistico e culturale della città. Un gran periodo dell'arte, della letteratura e della cultura, di cui Firenze era, allora, una delle capitali del mondo conosciuto, e di cui ci sono rimaste splendide testimonianze.