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MONETA COMMEMORATIVA 

150° ANNIVERSARIO DELLA MORTE DI GIACOMO LEOPARDI  

Coniata dalla Zecca di Roma nell’anno 1988. * 

LEGISLAZIONE:   

LEGGE     21 novembre 1957, n. 1141

D.P.R.       18 gennaio 1988

D.M.      15 giugno 1988

 

DESCRIZIONE 

 

DIRITTO:

 

Ritratto di Giacomo Leopardi. In giro, “REPUBBLICA ITALIANA”. A sinistra, il nome dell’autore “SOCCORSI”.

 

ROVESCIO:

Allegoria della lirica leopardiana. In giro, “ERA IL MAGGIO ODOROSO”. A sinistra, il millesimo “1987” e a destra, “L 500”. Sotto, il segno di Zecca “R”.

 

BORDO:

In rilievo, “GIACOMO LEOPARDI 1837 – 1987”.

CARATTERISTICHE TECNICHE 

Valore Peso Diametro

£ 500

11 gr. +/- 0,055

29 mm.

Metallo

Titolo Zecca

Argento

835/ml. +/- 3/ml.

R

 

TIRATURA:

Nr. 57.500 in FDC e Nr. 10.000 a FS

AUTORE:

Maurizio SOCCORSI

 

 *  Inclusa nelle serie divisionali 1987, confezionate dalla Zecca per i numismatici.

 

         

“150° ANNIVERSARIO DELLA MORTE DI GIACOMO LEOPARDI”

Poeta nato a Recanati nel 1798.

Figlio di Monaldo e di Adelaide Antici, intraprese gli studi con i fratelli Carlo e Paolina sotto la guida di un sacerdote, rivelando ingegno precoce.

Nel 1813 aveva già composto una “Storia dell’astronomia” e nel 1815 scrisse: “Saggio sopra gli errori popolari degli antichi”.

Con lo ”Zibaldone di pensieri” pose le basi per ricostruire l’antefatto intellettuale della sua poesia. In questo stesso periodo visse un' esperienza amorosa con la ventisettenne Gertrude Cassi Lazzari, ma fu un esperimento più voluto che provato. Insoddisfatto di un’esistenza che giudicava mediocre, si sentiva oppresso, isolato dal mondo della cultura nel quale voleva evadere. Sono di questo periodo la canzone “All’Italia” e il canto “Sopra il monumento di Dante”.

Nel 1822 si recò a Roma dagli zii, ma la città lo deluse. Ritornato a Recanati compose la canzone “Alla sua donna”.

Dopo un soggiorno a Bologna e Milano, nel 1827 si stabilì a Firenze; qui conobbe il Manzoni e alla fine dell’anno si trasferì a Pisa. Questo è il periodo dei grandi idilli: “A Silvia”, “Il passero solitario”, “Le ricordanze”, “La quiete dopo la tempesta”, “Il sabato del villaggio”, “Il canto notturno di un pastore errante dell’Asia”, “Il pensiero dominante”, “Amore e morte”, “Consalvo”, “A se stesso”, “Aspasia”.

Negli ultimi anni visse a Napoli con Antonio Ranieri, da lui conosciuto a Firenze.

Nel Giugno 1837, durante un’epidemia di colera, Leopardi morì dopo aver condotto a termine il suo ultimo canto: “Il tramonto della luna”.

La profonda concretezza dell’indagine leopardiana può riconoscersi forse soltanto oggi: alla luce di una interpretazione non agiografica dell’Ottocento italiano.