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MONETA
COMMEMORATIVA “150°
ANNIVERSARIO DELLA MORTE DI GIACOMO LEOPARDI
” Coniata
dalla Zecca di Roma nell’anno 1988. *
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Inclusa
nelle serie divisionali 1987, confezionate dalla Zecca per i numismatici.
“150°
ANNIVERSARIO DELLA MORTE DI GIACOMO LEOPARDI” Poeta
nato a Recanati nel 1798. Figlio
di Monaldo e di Adelaide Antici, intraprese gli studi con i fratelli Carlo e
Paolina sotto la guida di un sacerdote, rivelando ingegno precoce. Nel
1813 aveva già composto una “Storia dell’astronomia” e nel 1815 scrisse:
“Saggio sopra gli errori popolari degli antichi”. Con
lo ”Zibaldone di pensieri” pose le basi per ricostruire l’antefatto
intellettuale della sua poesia. In questo stesso periodo visse un' esperienza
amorosa con la ventisettenne Gertrude Cassi Lazzari, ma fu un esperimento più
voluto che provato. Insoddisfatto di un’esistenza che giudicava mediocre, si
sentiva oppresso, isolato dal mondo della cultura nel quale voleva evadere. Sono
di questo periodo la canzone “All’Italia” e il canto “Sopra il monumento
di Dante”. Nel
1822 si recò a Roma dagli zii, ma la città lo deluse. Ritornato a Recanati
compose la canzone “Alla sua donna”. Dopo
un soggiorno a Bologna e Milano, nel 1827 si stabilì a Firenze; qui conobbe il
Manzoni e alla fine dell’anno si trasferì a Pisa. Questo è il periodo dei
grandi idilli: “A Silvia”, “Il passero solitario”, “Le ricordanze”,
“La quiete dopo la tempesta”, “Il sabato del villaggio”, “Il canto
notturno di un pastore errante dell’Asia”, “Il pensiero dominante”,
“Amore e morte”, “Consalvo”, “A se stesso”, “Aspasia”. Negli
ultimi anni visse a Napoli con Antonio Ranieri, da lui conosciuto a Firenze. Nel
Giugno 1837, durante un’epidemia di colera, Leopardi morì dopo aver condotto
a termine il suo ultimo canto: “Il tramonto della luna”. La
profonda concretezza dell’indagine leopardiana può riconoscersi forse
soltanto oggi: alla luce di una interpretazione non agiografica dell’Ottocento
italiano.
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