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MONETA COMMEMORATIVA “BICENTENARIO DELLA MORTE DI CARLO GOLDONI
” Coniata
dalla Zecca di Roma nell’anno 1993. *
* Inclusa nelle serie divisionali 1993, confezionate dalla Zecca
“BICENTENARIO
DELLA MORTE DI CARLO GOLDONI” Nella storia del teatro italiano, l’opera di Carlo
Goldoni è il più insigne monumento mai prodotto: vista nel complesso della sua
straordinaria abbondanza. Nato
a Venezia nel 1707, costretto fin da bambino a girare l’Italia seguendo le
vicissitudini di un padre irrequieto e scapestrato, Goldoni si laureò in legge
a Padova, cimentandosi nella rispettabile carriera d'avvocato; ma l’amore per
il teatro, che già adolescente l’aveva indotto a fuggire da un collegio
riminese per seguire una compagnia di comici sino a Chioggia, mal si conciliava
con la professione di leguleio. Cosi,
quando nel 1748 Goldoni decise di rinunciare definitivamente all’avvocatura
per dedicarsi a tempo pieno all’attività di drammaturgo per la veneziana
compagnia di Medebac, erano già poste le basi per quella riforma del teatro
comico che resta indissolubilmente legata al suo nome. La
stagione più felice del teatro goldonianao, per gran parte coincidente con la
sua collaborazione al teatro veneziano di San Luca, si colloca nel decennio 1752
– 1762 e annovera prodotti di valore come: “La locandiera”, “Il
campiello”, “Gli innamorati”, “I rusteghi”, “La casa nova”, “Una
delle ultime sere del Carnovale”, “Le baruffe chiozzotte”. La
bufera rivoluzionaria della Francia avrebbe sconvolto gli ultimi anni di vita
del Goldoni. Nel
1792 l’Assemblea legislativa revocò tutte le pensioni di Corte, e Carlo,
ormai vecchio e ammalato, trascorse i suoi ultimi giorni nell’indigenza più
nera. Morì a Parigi il sei o il sette
Febbraio del 1793, un mese dopo l’ascesa al patibolo di Luigi XVI°. |