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MONETA COMMEMORATIVA

“BICENTENARIO DELLA NASCITA DI GAETANO DONIZETTI  

Coniata dalla Zecca di Roma nell’anno 1997. * 

LEGISLAZIONE:   

LEGGE     03 dicembre 1993, n. 500 

D.M.          21 aprile 1997  

 

DESCRIZIONE 

 

DIRITTO:

 

Ritratto di Gaetano Donizetti. In giro, leggenda “REPUBBLICA ITALIANA” e sotto, il nome dell’autore “M.A. CASSOL”.

 

ROVESCIO:

Una scena originale dell’opera Elisir d’Amore. In alto, “GAETANO DONIZETTI” e la data del bicentenario “1797.1997”. In esergo, su due righe, il valore della moneta “1000 LIRE”. A destra il nome dell’autore “PERNAZZA” e sotto, lungo la linea del’esergo, il segno di Zecca “R”.

 

BORDO:

Fregi e “R.I.”, ripetuti tre volte.  

CARATTERISTICHE TECNICHE 

Valore Peso Diametro

£ 1.000

14,6 gr, +/- 0,073

31,4 mm.

Metallo

Titolo Zecca

Argento

835/ml. +/- 3/ml.

R

  

TIRATURA:

Nr. 43.600 in FDC e Nr. 8.440 a FS

AUTORI:

Uliana PERNAZZA e Maria Angela CASSOL

 

 *  Inclusa nelle serie divisionali 1997, confezionate dalla Zecca

 

                  

“BICENTENARIO DELLA NASCITA DI GAETANO DONIZETTI” 

Musicista nato a Bergamo il 1797, da famiglia di modeste condizioni. Entrò giovanissimo alla Scuola caritatevole di musica, diretta da Simon Mayr, brillante operista del tempo: quivi intraprese gli studi di canto e di contrappunto con buon profitto, tanto che fu mandato a Bologna a seguire i corsi di composizione di Giuseppe Pilotti e Stanislao Mattei.

Temperamento irrequieto, si dedicò assai presto alla musica melodrammatica, esordendo nel 1818 a Venezia con l’opera “Enrico di Borgogna” che si rivelò di scarsa originalità ed ottenne poco successo. Fu soltanto con la “Zoraide di Granata”, presentata a Roma nel 1822, che Donizetti incontrò il favore del pubblico e le richieste degli impresari. Di qui ha inizio quella sua infaticabile produzione di opere serie e buffe, con ampio successo di pubblico e di critica.

Nel 1828, sposò Virginia Vasselli ponendo fine alla sua vita mondana, alquanto scapestrata. Un secondo periodo, breve ed intenso, quello della sua maturità, ebbe inizio in quel tempo.

Dal 1830 al 1835, scrisse le opere più significative, che gli avrebbero dato fama immortale: “Anna Bolena”, “Elisir d’amore”, “Lucrezia Borgia”, “Lucia di Lammmermoor”. Ma questo felice periodo durò poco: nel 1836 vide morire i genitori ed una sua bambina; l’anno dopo gli morì la moglie, ammalata da lungo tempo.

Nel 1842 esordì a Vienna con “Linda di Chamounix” con gran successo e nello stesso periodo a Parigi fece rappresentare il suo splendido “Don Pasquale”. Fu quello l’ultimo suo trionfo. Pochi anni dopo, l’insuccesso di altre opere, contribuì alla precoce decadenza dell’uomo.

Per consigli di parenti ed amici fu internato in manicomio (1846). Due anni dopo, fatto tornare a Bergamo, vi moriva.