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MONETA CELEBRATIVA “500°
ANNIVERSARIO DELLA NASCITA DI BENVENUTO CELLINI
” Coniata
dalla Zecca di Roma nell’anno 2001. *
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Coniata nell’anno
2001 e millesimata 2000.
“500°
ANNIVERSARIO DELLA NASCITA DI BENVENUTO CELLINI” Nella galleria del Rinascimento, accanto
all’irriverente Aretino, al dotto Ariosto, un posto di proscenio spetta al
ribaldo e spavaldo Cellini. E’ uno degli ingegni più vivaci della cultura
artistica fiorentina del ‘500. L’autoritratto ch’egli ci ha lasciato nella
celebre “Vita”, rimasta inedita sino al 1728, come tutti gli autoritratti,
va preso con le molli. Più che una confessione, è una sfacciata autoapologia,
in cui è difficile sceverare la verità dalla mistificazione. Era
nato a Firenze nel 1500. Prendeva lezioni di disegno e cesello nella bottega di
qualche orafo fiorentino e, ben presto, divenne amico dei pittori e degli
scultori in voga e fece di
Michelangelo il suo idolo e il suo modello. Raffinato
esponente del manierismo fiorentino, fonde nelle sue opere la preziosa tecnica
dell’orafo con la forza del modellato plastico michelangiolesco. Chiamato in
Francia da Francesco I°, lavorò per lui a Fontainebleau, eseguendo la preziosa
“Saliera” in oro e smalto e la “Ninfa” di Fontainebleau. Ritornato a
Firenze nel 1545, scolpì, tra l’alro, il “Perseo” della Loggia dei Lanzi.
I busti di Cosimo I° dei Medici e di Bindo Altoviti pongono il Cellini tra i
migliori ritrattisti del ‘500 fiorentino. Il “Cristo” è opera molto
suggestiva per la pittorica modulazione dei piani del corpo. Nel
1556 fu due volte incarcerato per immoralita criminale. Nel 1558, con gran
stupore di tutti, prese gli ordini religiosi e ricevette la tonsura. A
sessantaquattro anni, dopo aver sciolto i voti, sposò Monna Piera dalla quale
ebbe due figli. Morì
nel 1571. Con
lui uscì dalla scena il prototipo dell’avventuriero italiano del
Rinascimento, miscuglio di genio e sregolatezza, cinismo e devozione,
spavalderia e servilismo. Senza scrupoli e senza ideali, incarnò meglio di
qualunque altro l’impavidità intellettuale e la sordidezza morale di un
secolo che non tollerò le mezze figure né nel bene né nel male.
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