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MONETA CELEBRATIVA “CENTENARIO
DELLA FONDAZIONE DELLA BANCA D’ITALIA”
L. EINAUDI Coniata
dalla Zecca di Roma nell’anno 1991. *
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Pur
millesimata 1993, la moneta entrò in circolazione solamente nell’anno 1994. N.d.A.
Come è
noto, il valore della moneta è stato così espresso dall’autore: “L. 100
MILA”, con il puntino sulla “I”. Ebbene, sull’aggettivo cardinale
“MILA” non va posto il puntino, in quanto scritto a stampatello.
“CENTENARIO DELLA FONDAZIONE DELLA BANCA D’ITALIA” _ Luigi EINAUDI _ Economista e uomo politico, nasce a Carrù (CN) nel
1874 e muore a Roma nel 1961. Laureatosi in giurisprudenza nel 1895 presso
l’Università di Torino, iniziò un'intensa
attività pubblicistica collaborando alla “Stampa”, al “Corriere della
Sera” ed alla rivista “Riforma sociale”. Nel 1902 ottenne la cattedra di
scienze delle finanze nell’Università di Torino e successivamente estese
l’insegnamento anche all' Università Bocconi di Milano. La
sua carriera politica, iniziata nel 1919 con la nomina a senatore, fu interrotta
dall’avvento del Fascismo. Durante il ventennio Einaudi si tenne in disparte
dedicandosi esclusivamente all’insegnamento e all’attività scientifica e
continuando la pubblicazione della “Riforma Sociale”, di cui aveva assunto
la direzione nel 1908. Nel 1935 la rivista fu soppressa per le critiche mosse
alla politica economica fascista. Rifugiatosi
in Svizzera nell’autunno del 1943, Einaudi raggiunse Roma alla fine del 1944,
per assumere la carica di Governatore della Banca d’Italia. Particolarmente
meritoria fu in questo periodo l’opera svolta da Einaudi per il controllo
dell’inflazione ed il ripristino della stabilità monetaria, seriamente scosse
nel periodo bellico ed in quello succesivo: tra il 1943 ed il 1945. Nel Maggio
del 1948 fu eletto Presidente della Repubblica Italiana.
Nel 1955, alla fine del mandato settennale, lasciò la vita politica
attiva dedicandosi alla raccolta ed alla ristampa dei suoi scritti, la maggior
parte dei quali sono apparsi sui
giornali e riviste e ristampati nella raccolta “Il Buongoverno”. Nel volume
“Lo scrittoio del Presidente” è documentata l’attività svolta da Einaudi
come Capo dello Stato. |