MONETA CELEBRATIVA

“V° CENTENARIO DELLA SCOPERTA DELL’AMERICA

Coniata dalla Zecca di Roma nell’anno 1991.

LEGISLAZIONE:   

LEGGE     21 novembre 1957, n. 1141

D.M.      11 febbraio 1991

 

DESCRIZIONE

 

DIRITTO:

 

Ritratto di Cristoforo Colombo, sullo sfondo di una rosa dei venti. In giro, “REPVBBLICA ITALIANA”. In basso, una stella a cinque punte ed il nome dell’autore “L. DE SIMONI”.

 

ROVESCIO:

Raffigurazione della carta contenente il disegno autografo di Cristoforo Colombo della costa Nord-orientale dell’isola Hispaniola. In giro, la leggenda “V° CENTENARIO DELLA SCOPERTA DELL’AMERICA”. A sinistra, la rosa dei venti; a destra, il millesimo “1991” ed il segno di Zecca “R”. In basso, il nome dell’autore “U.PERNAZZA” e sotto, il valore della moneta “L. 500”.

 

BORDO:

Scritta in rilievo, “REPUBBLICA ITALIANA”.

CARATTERISTICHE TECNICHE

alore Peso Diametro

£ 500

11 gr. +/- 0,055

29 mm.

Metallo

Titolo Zecca

Argento

835/ml. +/- 3/ml

R

 

TIRATURA:

Nr. 75.000 in FDC e Nr. 25.000 a FS

AUTORI:

Luciana DE SIMONI e Uliana PERNAZZA

 

                 

“V° CENTENARIO DELLA SCOPERTA DELL’AMERICA”

Sono note le vicende del viaggio: le tre navi procedettero sempre di conserva con vento favorevole, fra l’alternarsi di speranze e delusioni di terre intraviste e rivelantisi inesistenti, e fra le mormorazioni dei marinai che temevano di essere condotti troppo lontani; tanto che Colombo, per evitare che l’equipaggio potesse abbandonarsi a sconfortanti previsioni, aveva adottato il sistema, sin dal quarto giorno della partenza dalle Canarie, di segnare sul giornale di bordo un minor numero di leghe percorse.

Leggenda è che l’equipaggio abbia minacciato ad un certo punto di ribellarsi, e che il tentativo sia stato dominato dall’energico contegno e dal prestigio dei fratelli Pinzon.

Certo è però che i Pinzon, almeno sino al primo approdo, furono di valido ed efficace aiuto, se non nei consigli, nell’azione.

Per la lunga durata del viaggio, circa un mese, senza aver incontrato alcun'isola, qualche incertezza dev’essere sorta anche nell’animo di Colombo.

Gli indizi di terra non lontana venivano facendosi ormai più sicuri: ramoscelli di piante terrestri, un bastone intagliato rese certa la vicinanza della terra.

Già sul far della notte Colombo stesso aveva visto un lume lontano e aveva raccomandato i marinai di intensificare la vigilanza, ma doveva essere un marinaio della Pinta, Rodrigo da Triana, a distinguere per primo la terra, alle due del mattino del giorno 12 Ottobre.

Di questo leggendario viaggio possediamo una relazione in forma di diario (il primo che si conosca in questa forma), scritto  minutamente da Colombo, con la registrazione delle distanze percorse, delle direzioni delle rotte seguite e delle cose più notevoli osservate.

Gli errori contenuti nelle carte disegnate senza conoscere le proiezioni né un sistema di coordinate che somigliassero alla longitudine e alla latitudine avrebbero così influenzato in modo decisivo Colombo, attirandolo verso occidente col miraggio di un’Asia molto  vicina all’Europa.