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MONETA COMMEMORATIVA “250°
ANNIVERSARIO DELLA NASCITA DI VITTORIO ALFIERI
” Coniata
dalla Zecca
di Roma
nell’anno 2000.
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Inclusa
nelle serie divisionali 1999, confezionate dalla Zecca per i numismatici. **
Coniata
nell’anno 2000 e millesimata 1999.
__________________________________________________________________ “250°
ANNIVERSARIO DELLA NASCITA DI VITTORIO ALFIERI” Insigne
poeta, scrittore, drammaturgo (Asti 1749 – Firenze 1803). Di antica e nobile famiglia piemontese, fu istruito dapprima da un precettore, quindi iscritto all’Accademia di Torino, dove egli, ribelle per temperamento, si sentì “ingabbiato” e costretto ad uno studio infruttuoso. Viaggiò per l’Europa finchè non scoprì la sua vocazione di poeta, sulla quale influì anche la passione per la contessa d’Albany. Fu a Parigi, in Inghilterra e in Olanda e, dopo un breve ritorno in patria (1769), in Germania, Danimarca,Svezia, Russia, Spagna e Portogallo, poi di nuovo in Inghilterra, dove fu trattenuto da un indegno amore, concluso con un duello. Nel
1772, stabilitosi a Torino, si dedicò con metodo allo studio dei classici
latini e italiani per rimediare alla frammentarietà della sua cultura, fatta
fino ad allora soprattutto di letture degli illuministi francesi. Scoprì la sua
vocazione d'autore teatrale quasi
per caso, componendo per ingannare il tempo, mentre assisteva un’amica malata,
una tragedia, “Cleopatra”, che, rappresenta con successo al Teatro Carignano
di Torino nel giugno 1775. Alfieri volle lasciare un’immagine di se come personaggio eroico e libero scrittore. Di qui la grande
fama della “Vita” come testimonianza di alto valore educativo. Le medesime
qualità, del resto, appaiono nelle “Rime”, nelle quali egli rinnovò con
accenti talora intensi ed originali la tradizione, ormai esausta, della lirica
petrarchesca. L’Alfieri politico e civile risalta però in modo più evidente,
con tutta la perentorietà delle sue affermazioni, nei trattati “Della
tirannide” e “Del principe e delle lettere”.
E in effetti il dualismo tirannia-libertà si traduce spesso in
un’azione schematica e in personaggi astratti, come nella “Virginia”,
nella “Congiura dei Pazzi”, nel “Bruto primo” e nel “Bruto secondo”,
e, seppure in misura notevolmente minore nel “Polinice”, nella “Maria
Stuarda”, in “Ottavia”, nella “Rosmunda”, nella “Merope”, nella
“Sofinisba”, nell’”Agamennone” e nell’”Oreste”: drammi tutti
composti tra il 1776 e il 1786. Nel dramma “Mirra”, desunto dalle
Metamorfosi di Ovidio si rilevano i motivi più alti del tragico individualismo
alfieriano. Fu
sepolto in Santa Croce dove la contessa d’Albany gli fece erigere da Canova un
monumento sepolcrale. |