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MONETA COMMEMORATIVA 

“250° ANNIVERSARIO DELLA NASCITA DI VITTORIO ALFIERI  

Coniata dalla Zecca di Roma nell’anno 2000. *  ** 

LEGISLAZIONE:   

LEGGE     03 dicembre 1993, n. 500

D.M.          14 febbraio 2000 

DESCRIZIONE

 

DIRITTO:

 

Ritratto del commemorato ripreso dal dipinto di F. Fabre, che si trova agli Uffizi di Firenze. In giro, la scritta “REPUBBLICA ITALIANA” e a sinistra, il nome dell’autore “SOCCORSI”.

 

ROVESCIO:

Sopra lo sfondo di un libro, la celebre frase dello scrittore di Asti “VOLLI SEMPRE VOLLI FORTISSIMAMENTE VOLLI”, dove le tre “V” sono collegate da una corda. A sinistra, il millesimo delle nascita “1749” con sotto il segno di Zecca “R” e a destra, il millesimo dell’anniversario “1999”. In basso, il nome dello scrittore “VITTORIO ALFIERI” e sotto il valore nominale della moneta “L. 1000”.

 

BORDO:

In rilievo, fregi, stelle e “R.I.”, ripetuti tre volte.

 CARATTERISTICHE TECNICHE 

Valore Peso Diametro

£ 1.000

14,6 gr. +/- 0,073

31,4 mm.

Metallo

Titolo Zecca

Argento

835/ml. +/- 3/ml.

R

 

TIRATURA:

Nr. 51.800 in FDC e Nr. 8.500 a FS

AUTORE:

Maurizio SOCCORSI

                                                                 

 *   Inclusa nelle serie divisionali 1999, confezionate dalla Zecca per i numismatici.

 **  Coniata nell’anno 2000 e millesimata 1999. 

                         

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 “250° ANNIVERSARIO DELLA NASCITA DI VITTORIO ALFIERI” 

Insigne poeta, scrittore, drammaturgo (Asti 1749 – Firenze 1803).

Di antica e nobile famiglia piemontese, fu istruito dapprima da un precettore, quindi iscritto all’Accademia di Torino, dove egli, ribelle per temperamento, si sentì “ingabbiato” e costretto ad uno studio infruttuoso. Viaggiò per l’Europa finchè non scoprì la sua vocazione di poeta, sulla quale influì anche la passione per la contessa d’Albany. Fu a Parigi, in Inghilterra e in Olanda e, dopo un breve ritorno in patria (1769), in Germania, Danimarca,Svezia, Russia, Spagna e Portogallo, poi di nuovo in Inghilterra, dove fu trattenuto da un indegno amore, concluso con un duello.

Nel 1772, stabilitosi a Torino, si dedicò con metodo allo studio dei classici latini e italiani per rimediare alla frammentarietà della sua cultura, fatta fino ad allora soprattutto di letture degli illuministi francesi. Scoprì la sua vocazione d'autore  teatrale quasi per caso, componendo per ingannare il tempo, mentre assisteva un’amica malata, una tragedia, “Cleopatra”, che, rappresenta con successo al Teatro Carignano di Torino nel giugno 1775. Alfieri volle lasciare un’immagine di se  come personaggio eroico e libero scrittore. Di qui la grande fama della “Vita” come testimonianza di alto valore educativo. Le medesime qualità, del resto, appaiono nelle “Rime”, nelle quali egli rinnovò con accenti talora intensi ed originali la tradizione, ormai esausta, della lirica petrarchesca. L’Alfieri politico e civile risalta però in modo più evidente, con tutta la perentorietà delle sue affermazioni, nei trattati “Della tirannide” e “Del principe e delle lettere”.  E in effetti il dualismo tirannia-libertà si traduce spesso in un’azione schematica e in personaggi astratti, come nella “Virginia”, nella “Congiura dei Pazzi”, nel “Bruto primo” e nel “Bruto secondo”, e, seppure in misura notevolmente minore nel “Polinice”, nella “Maria Stuarda”, in “Ottavia”, nella “Rosmunda”, nella “Merope”, nella “Sofinisba”, nell’”Agamennone” e nell’”Oreste”: drammi tutti composti tra il 1776 e il 1786. Nel dramma “Mirra”, desunto dalle Metamorfosi di Ovidio si rilevano i motivi più alti del tragico individualismo alfieriano.

Fu sepolto in Santa Croce dove la contessa d’Albany gli fece erigere da Canova un monumento sepolcrale.